L’apprezzato Museo Archeologico del Cicolano di Corvaro di Borgorose ha ospitato l’annuale iniziativa culturale dell’Istituto Storico “Massimo Rinaldi” di Rieti: «Il Cicolano terra francescana, tra passato, presente e futuro. La figura e l’opera di Giacomo Antonio Piccioli da Corvaro, insigne musicista», questo il tema dell’incontro che ha visto avvicendarsi alcuni relatori, capaci di disegnare una tradizione francescana di una terra ricomposta territorialmente solo nel 1927, con la nascita della provincia di Rieti. Tradizione che si innesta fortemente negli ottocentenari francescani di questo 2023: lo ha sottolineato lo stesso Vescovo di Rieti, Vito Piccinonna, presente all’incontro. «Fare memoria del nostro passato vuol dire costruire un futuro solido, basato su quella esperienza di fede che ha da sempre avvolto le genti del Cicolano –ha affermato il presule – É anche un modo per lavorare tutti insieme per questa nostra Chiesa, affinché sia sempre attenta allo scorrere del tempo, non distogliendo l’attenzione da quelle che sono le diverse emergenze, sociali, economiche, culturali su cui dobbiamo intervenire. Fu questo il messaggio di Francesco che siamo chiamati, insieme, a rendere vivo nel nostro tempo». É stato, così, monsignor Giovanni Maceroni ad aprire gli interventi, disegnando la matrice francescana del Cicolano (sua terra natìa, peraltro) attraverso un percorso ideale che parte dal Faggio di San Francesco a Rivodutri e giunge alla reliquia del cappuccio del Serafico, conservata a San Francesco Vecchio di Corvaro. Corvaro che rappresenta il fulcro storico del francescanesimo nel Cicolano: lì erano presenti ben due conventi dei Minori Conventuali e un ospedale, retto da un terziario francescano; lì nacque l’Antipapa Niccolò V (1328-1330), in un periodo storico di grande fervore spirituale. Ma il Cicolano è anche la terra natale di Santa Filippa Mareri, la cui vicenda e il cui culto – fondato soprattutto sul suo cuore vivo, conservato nella omonima cappella del nuovo Monastero di Borgo San Pietro – sono stati brillantemente ricordati da Suor Francesca Zambelli: «Santa Filippa Mareri, è integralmente francescana, tutta votata alle persone del suo tempo, alle diverse povertà, alle tante emergenze sociali. Lei consegnò a noi, suore clarisse apostoliche, questo patrimonio di santità che non solo non può essere disperso, ma ravvivato attraverso il suo esempio, quanto mai attuale». Roberto Marinelli, dal canto suo, ha riannodato le fila della memoria inerente alle vicende che precedettero e seguirono la costruzione della Diga sul fiume Salto nel 1939: un evento che stravolse la vita dei paesi della intera vallata (con Sant’Ippolito, Teglieto, Fiumata e Borgo San Pietro interamente ricostruiti a monte dell’invaso), pur proteggendoli dalle piene disastrose del fiume stesso. Con la tribolata vicenda del nuovo Monastero di Santa Filippa Mareri e della chiesa parrocchiale attigua a fare da sfondo. In questo prezioso scrigno di memoria viva non poteva mancare la figura del Venerabile Vescovo Massimo Rinaldi, ricordata da Fabrizio Tomassoni, la sua sollecitudine diuturna verso le genti del Cicolano, alle prese con una tremenda povertà, anche culturale. Il Rinaldi fu decisivo per la costruzione di nuove chiese e nuove canoniche, per la diffusione della buona stampa, per la riforma della clausura (da papale a vescovile) delle Suore di Santa Filippa Mareri, il cui Monastero (fulcro di tante emergenze e di tanta cura morale e spirituale, soprattutto per le giovani della valle) salvaguardò da una potenziale depredazione delle opere e dei beni di proprietà: un’opera altamente meritoria che lo disegna come un autentico difensore delle genti del Cicolano.
Un Cicolano capace, anche nell’arte musicale, di esprimere figure di assoluto spessore: prova ne è Giacomo Antonio Piccioli da Corvaro, frate minore conventuale, insigne musicista del XVI secolo e maestro di Cappella del Duomo di Vercelli dal 1587 al 1590, la cui importanza nella storia della polifonia musicale europea è stata abilmente ricordata dal Maestro reatino Angelo Fusacchia. Su questo particolare aspetto, di rilievo la dichiarazione del Sindaco di Borgorose, Mariano Calisse, che ha confermato di voler intitolare al Piccioli uno spazio pubblico nella sua Corvaro, quale singolare riconoscimento per aver dato lustro, nell’Europa del tempo, al nome di Corvaro stessa.